Wimbledon, 5 match che hanno fatto la storia dei Championships

Wimbledon è uno dei tornei più importanti della storia che, insieme a Australian Open, Roland Garros e US Open, costituisce il cosiddetto Grande Slam. Vincerne almeno uno è il sogno di tutti, ma per altri l’asticella è decisamente più alta e nella storia del tennis c’è chi è riuscito a vincerli tutti e quattro, esattamente come Rafael Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic.

In un’intervista all’allenatore di Musetti, Simone Tartarini ha definito lo svizzero “il mito del tennis” e ciò nonostante il serbo detenga il primato per il maggior numero di Slam. Comunque la si voglia mettere loro due, insieme al maiorchino, hanno segnato un’intera epoca di tennis, poiché sono stati i primi a raggiungere quota 20 Major e perché sono stati capaci di ridefinire gli standard dopo il già straordinario periodo dei vari Borg, McEnroe, Sampras e i vari fuoriclasse che si sono susseguiti di generazione in generazione. Tutti straordinari interpreti di questo gioco e in grado di regalare spettacolo ed emozioni a milioni e milioni di persone da tutto il mondo, ma c’è un trofeo che per molti di loro ha significato di più che rispetto ad altri ed è questo il caso di Wimbledon, teatro di alcune delle più belle partite di sempre.

Ebbene, di seguito vi riportiamo una lista di cinque match che hanno fatto la storia recente dei Championships.

I 5 match che hanno fatto la storia di Wimbledon

Borg-McEnroe finale 1980

Il primo potrebbe quasi risultare scontato, ma è impossibile non inserirlo in questa speciale lista. Stiamo parlando della “partita del secolo”, la finale del 1980 tra Bjorn Borg e John McEnroe. Le aspettative erano altissime, da una parte Iceman, lo svedese già campione per quattro volte – consecutive – a Church Road, dall’altra un giovane e talentuosissimo americano ribattezzato Superbrat, dove “brat” sta per moccioso letteralmente, tanto che il New York Times lo descriveva come “il peggior rappresentante dei valori americani dai tempi di Al Capone”. Al suo ingresso fu accolto dai fischi, l’avversario tra gli applausi. Due personaggi esattamente agli antipodi, uniti soltanto dalla passione per il tennis.

La partita inizia, è bella da vedere, ma niente in confronto a quello che sarebbe successo di lì a poco. 2-1 per Iceman, il quarto set è combattutissimo e si arriva al tie break. Lo scandinavo ha la palla del match sull’11-10, McEnroe la salva con la compartecipazione del nastro. 11 pari. Finirà 18-16 per lo statunitense, si va al quinto. La tensione mangia gli spettatori, meno i giocatori che, tennisticamente parlando, continuano a darsele di santa ragione. E così, si va nuovamente per le lunghe, fino all’8-6 che chiude i giochi in favore di Borg (1-6 7-5 6-3 6-7 8-6), vincitore a Wimbledon per la quinta volta consecutiva.

Federer-Sampras ottavi 2001

Il secondo match che vi proponiamo è quello tra Federer e Sampras, che nel 2001 si giocarono un posto ai quarti in un giorno passato alla storia come quello “in cui tutto è cambiato a Wimbledon”. Parole, queste, del Times, che ben riassumono cosa abbia significato quell’incontro. Da una parte un giovane svizzero, dall’altra un sette volte vincitore del torneo che sui prati di Londra non perdeva dal 1996. Insomma, i pronostici erano tutti per il giocatore di origine greca, e invece, successe quello che prima o poi doveva accadere, cioè che Federer batté il “Re” (7-6 5-7 6-4 6-7 7-5). La corona era ormai sua (sebbene non vinse quell’edizione, in seguito ne vincerà otto superando lo stesso Sampras).

Ivanisevic-Rafter finale 2001

Un’altra sfida memorabile è quella tra Goran Ivanisevic e Pat Rafter. All’epoca il croato, oggi allenatore di Djokovic, aveva raggiunto tre finali a Wimbledon ma le aveva perse tutte ed era nella fase calante della sua carriera per via dei tanti infortuni subiti. Aveva avuto accesso al tabellone principale da wild card essendo solamente numero 125 del mondo. L’australiano, invece, era ancora tra i migliori giocatori in circolazione e per questo considerato da tutti il favorito per la vittoria. I pronostici in suo favore, tuttavia, non gli bastarono a battere Ivanisevic (6-3 3-6 6-4 2-6 9-7), che riuscì nell’impresa di portarsi il suo primo ed unico trofeo Slam. Una vittoria incredibile tanto da meritare da ispirare la produzione del film del 2004 “Wimbledon”.

Nadal-Federer finale 2008

Il quarto match di questa lista è considerato da molti la partita di tennis più bella di sempre. A sfidarsi un giovane, ma già campione al Roland Garros, Rafael Nadal e un già affermatissimo Roger Federer. Per sintetizzare come si arrivò a quel giorno, riprendiamo le parole dello spagnolo utilizzate nel suo libro: “Nelle nostre due prime finali di Wimbledon, tutti, me compreso, davano Federer favorito. Anche nel 2008 sapevo di non esserlo, però pensai per la prima volta di potermela giocare alla pari”. Questo perché Nadal era considerato “solo” uno specialista della terra, mentre Federer era quasi una divinità dell’erba, ma diamine se giocò alla pari. Il maiorchino diede fondo a tutta la sua tenacia e ad ogni briciolo di energia per tentare l’impresa. Federer fece lo stesso, riuscendo peraltro ad annullare due match point contro, ma quella volta, semplicemente, non doveva essere lui il vincitore. E così, dopo quasi cinque ore di gioco, fu proprio Rafa a sollevare al cielo l’ambito trofeo (6-4 6-4 6-7 6-7 9-7).

Djokovic-Federer finale 2019

Come ultimo capitolo abbiamo scelto la finale del 2019 tra Novak Djokovic e Roger Federer, con quest’ultimo che non aveva quasi più niente da chiedere agli dei del tennis. Il serbo, invece, qualcosa da chiedere ce l’aveva eccome – e ce l’ha tuttora come abbiamo visto al Roland Garros –. Così, si arrivò in quello che rientra nel novero delle più belle partite di tennis della storia. Teatro della sfida il campo centrale di Wimbledon, dove Nole aveva già vinto per quattro volte, mentre l’elvetico aveva già raggiunto quota otto. Difficile fare previsioni in quest’occasione, tanto che questa incertezza della vigilia, si verificò anche nella realtà, con i due campioni che tentarono con tutte le loro forze di prevalere sull’altro. Un match lunghissimo, il più lungo tra loro, nonché la finale dei Championships più lunga di sempre. 4 ore e 57 minuti in cui alla fine prevalse Djokovic, che ha definito questo incontro il più duro sul piano mentale della sua carriera.